L’ERA ROUSTEING: LE SFILATE PIÙ IMPORTANTI

STAGIONE 2, EPISODIO 2 :

BALMAIN PODCAST
BALMAIN PODCAST
BALMAIN PODCAST
BALMAIN PODCAST
BALMAIN PODCAST
BALMAIN PODCAST
BALMAIN PODCAST
BALMAIN PODCAST
BALMAIN PODCAST
BALMAIN PODCAST
BALMAIN PODCAST
BALMAIN PODCAST
BALMAIN PODCAST
BALMAIN PODCAST
BALMAIN PODCAST
BALMAIN PODCAST

AUTUNNO 2012: LA COLLEZIONE FABERGÉ

“Guardando indietro a questa collezione, dieci anni dopo… in tutta onestà, sono più che emozionato.

Questa collezione inizia dopo una fortuita esposizione a una creazione rara e meravigliosa in occasione del mio primo viaggio a New York. È un viaggio per me davvero speciale in cui scopro per la prima volta la Grande Mela. Ricordo ancora la sensazione provata lungo tutto quel viaggio: mi sento come un bambino pieno di gioia che scopre un mondo nuovo e una nuova bellezza.

Lì, decido di partecipare a un’asta per dei gioielli di Elizabeth Taylor da Christie’s. Ed è in questa occasione che lo vedo: un incredibile uovo di Fabergé. Era un regalo che Richard Burton aveva offerto a Elizabeth Taylor. E quando vedo l’uovo, capisco all’istante che avrei costruito un’intera collezione intorno a esso. La sua bellezza mi affascinava. Tutte quelle perle... E l’oro impeccabile... E le incredibili gemme... Un inspiegabile connubio di elegante minimalismo e opulento massimalismo.

 

 

Di ritorno a Parigi, dopo quella prima e incredibile esperienza a New York, mi decido subito a iniziare a lavorare con il mio team per abbozzare la collezione. L’idea di portare un elemento tanto tradizionale, barocco e ricco sulla sfilata, con creazioni dalle silhouette nette e dall’approccio accuratamente moderno, è davvero attraente. L’atelier Balmain fa un ottimo lavoro di fino (che solo loro riescono a fare tanto bene), tra perle, stupendi ricami, complicati intrecci e un punto croce dai dettagli impeccabili… Sempre rispettando la firma sartoriale della Maison e assicurandosi che fosse la protagonista in passerella. Dieci anni dopo, un look fondamentale di questa collezione è una delle creazioni più forti della nostra sfilata di retrospettiva, indossato da Carla Bruni al Balmain Festival di settembre. Inoltre, è di poche settimane fa la creazione di un design unico basato su quello stesso look e destinato all’incredibile red carpet di Lil Nas X ai Grammy Awards di quest’anno”.

Olivier Rousteing

UN LOOK DI RETROSPETTIVA, DIECI ANNI DOPO

Di recente, i look principali della collezione Fabergé hanno fatto parte di una retrospettiva che celebrava i dieci anni di Olivier Rousteing come Direttore Creativo di Balmain. Sulla passerella del Balmain Festival dello scorso settembre, la riedizione dell’oramai iconico design Fabergé del 2012 è stata indossata da Carla Bruni.

BALMAIN PODCAST
BALMAIN PODCAST
BALMAIN PODCAST
BALMAIN PODCAST
BALMAIN PODCAST

UN’EDIZIONE SPECIALE PER LIL NAS X

“Per il red carpet di questa edizione dei Grammy, ci siamo ispirati ancora una volta alla collezione Balmain dell’Autunno 2012, adattando il look del 2012 che abbiamo di recente messo in primo piano nella retrospettiva del Balmain Festival per un ingresso in grande stile. La giacca, i pantaloni e le scarpe in total white di Montero erano in linea con quella stessa ricchezza barocca e ornata. Per il tocco finale, il nostro atelier di artigiani ha ricamato una nuova immagine raffigurante una farfalla, simbolo fondamentale e messaggio centrale dell’album Montero.

Olivier Rousteing

PRIMAVERA 2016: LES AVENTURIERS

“Questa è stata la mia prima sfilata uomo per Balmain e, mentre la disegnavamo, io e il mio team eravamo più che elettrizzati dalle tante nuove possibilità e sfide che ci aspettavano. È stato quindi del tutto naturale ispirarsi ai grandi esploratori e avventuri dell’inizio del XX secolo.

L’approccio moderno, lo stile unico e gli straordinari exploit di questi aventuriers mi hanno sempre intrigato, perché quegli scienziati e aristocratici erano anni luce dalla generazione di imperialisti che li aveva preceduti. Non erano uomini alla ricerca di gloria, conquiste e territori, ma di nuove conoscenze ed esperienze. Si entusiasmavano, in particolare, per l’ignoto e le scoperte non ancora compiute che li avrebbero resi celebri.

Durante i loro epici viaggi, questi uomini erano famosi per riuscire a fondere gli stili di culture ben specifiche per creare un guardaroba che si adattasse a varie situazioni. Quindi, proprio come fecero loro un tempo, questa collezione del 2016 si ispira a un’ampia rosa di influenze. Gli scamosciati, i cotoni e le pelli donano sensazioni uniche al tatto e riflettono le tonalità rigeneranti e naturali del deserto, con i suoi bellissimi e astratti paesaggi che tanto attiravano i grandi esploratori. Soprattutto, si vedeva lo stile e l’approccio subito riconoscibile della Balmain Army, perfettamente completato dal sapiente savoir-faire che solo una Maison di moda parigina sa padroneggiare”.

Olivier Rousteing 

PRIMAVERA 2018: BALMAIN ALL’OPERA

Esattamente come Pierre Balmain, Olivier Rousteing inizia a sognare di trasferirsi nella capitale francese fin da molto giovane. Quando Olivier Rousteing decide di far sfilare la sua collezione primavera 2018 al sontuoso teatro dell’Opéra Garnier di Parigi, rivisitando gli sfolgoranti interni, viene assalito da un’ondata di ricordi: era qui che, vent’anni prima, durante un viaggio con la famiglia, comincia a sognare per la prima volta di trasferirsi nella città per lanciarsi nella carriera di stilista.

Per segnare il momento, Rousteing decide di scrivere una lettera a sé stesso da giovane, all’Olivier Rousteing di ventidue anni prima:

“Questo senso di stupore che senti mentre ti aggiri nella meravigliosa struttura dell’Opéra Garnier non è una sensazione passeggera. Ovviamente, con gli anni diminuirà d’intensità, ma posso giurarti che ventidue anni dopo questo momento, lo stesso émerveillement ti invaderà ancora e ancora, ogni volta che vi ritorni. Oggi ti senti solo un ragazzino di dieci anni che viene da una città diversa da Parigi e che sta concludendo la sua prima visita nella capitale con una sera all’opera, ma questo ricordo ti guiderà in futuro, cristallizzandosi in un altro simbolo di un futuro che stai sognando, proprio come quei poster di musica che rivestono la tua cameretta e tutti gli editoriali di moda che ritagli dalle riviste.

E, col senno di poi, so questo: i sogni come i tuoi, a volte, si realizzano. Tornerai a Parigi e sarai lo stilista di una Maison storica. Lavorerai con quelle stesse top model che da piccolo ti stanno facendo sognare a occhi aperti. Affiancherai le tue creazioni con le opere dei musicisti che più ti ispirano. E in questo luogo unico ci tornerai più e più volte. Parte di me desidererebbe tornare indietro nel tempo per dirti tutto questo. Ma l’altra parte sa, a costo di ripetere un cliché trito e ritrito, che la vera ricchezza della vita sta proprio nel viaggio intrapreso per arrivare dove si è”.

BALMAIN PODCAST
BALMAIN PODCAST
BALMAIN PODCAST
BALMAIN PODCAST
BALMAIN PODCAST
BALMAIN PODCAST
BALMAIN PODCAST
BALMAIN PODCAST
BALMAIN PODCAST
BALMAIN PODCAST
BALMAIN PODCAST
BALMAIN PODCAST
BALMAIN PODCAST
BALMAIN PODCAST
BALMAIN PODCAST

BALMAIN PRIMAVERA 2018

 

 

BALMAIN PODCAST
BALMAIN PODCAST
BALMAIN PODCAST
BALMAIN PODCAST
BALMAIN PODCAST
BALMAIN PODCAST
BALMAIN PODCAST
BALMAIN PODCAST
BALMAIN PODCAST
BALMAIN PODCAST
BALMAIN PODCAST
BALMAIN PODCAST
BALMAIN PODCAST
BALMAIN PODCAST
BALMAIN PODCAST
BALMAIN PODCAST
BALMAIN PODCAST

PRIMAVERA 2019: LA RINASCITA DI BALMAIN COUTURE

“Quando ho iniziato a prepararmi per questo, per la mia prima sfilata Balmain Couture, ho attinto a piene mani dagli archivi della Maison. E nessuno si stupirà nel sentire che sono rimasto ancora una volta meravigliato dall’impressionante lascito di Monsieur Balmain: decenni e decenni di dettagli intricatissimi, di impeccabili creazioni sartoriali e di silhouette scultoree meravigliosamente immaginifiche. Dal momento in cui, per le prime bozze, ho iniziato a ispirarmi allo spirito del fondatore della Maison, ho iniziato a vedere questa collezione sia come un omaggio al suo lavoro, sia come una sorta di conversazione tra me e Pierre Balmain.

E in questa conversazione c’era una domanda centrale che continuava a tornare: “Che cos’è l’alta moda nel XXI secolo?”.

 

 

 

Prima di tutto, quando si parla di couture si parla di qualcosa che crea un benefico distacco con il clamore effimero dei trend di un giorno solo e con la pressione commerciale che rappresenta il disegnare diverse collezioni di ready-to-wear ogni anno. Lavorare a una collezione di alta moda permette al designer l’immenso lusso di fare un passo indietro per schiarirsi le idee, per sognare e per crogiolarsi in un momento di creatività sfrenata. Mentre il mondo esterno rimane ossessionato con lo sportswear, lo streetwear e i saldi, la mia fuga couture, purtroppo troppo breve, mi permette una momentanea nuotata contro corrente, pensando solo ai sogni, alla bellezza e alle aspirazioni.

Già, l’alta moda è sempre stata e sarà sempre esclusiva, un lusso ben al di là della portata di tante persone. Per esempio, i ricami e i decori di questa collezione contano più di un milione di cristalli, perle, pietre e perline Swarovski. Abbiamo anche collaborato con gli artigiani migliori al mondo per accessori decisamente unici. Ma, tentando di superare i miei limiti e quelli del mio team e del nostro atelier, nella creazione di questi design tanto ambiziosi sapevo che Balmain avrebbe tratto molti insegnamenti da questi esperimenti, lezioni e innovazioni. Questa è la grande forza e l’incredibile lascito della couture, ed è anche la ragione che ha portato tantissime delle più grandi Maison parigine tradizionali ad affidarsi al rigore della sartorialità per far evolvere i design di tutte le collezioni.

Infine, credo che la nostra presentazione abbia mostrato chiaramente che l’alta moda resta decisamente attuale. Sempre affidandoci ai punti di forza degli atelier (il savoir-faire, la sartorialità e la lavorazione artigianale tradizionale), ho anche cercato di integrare la mentalità della mia generazione. Motivi ispirati ai graffiti, approcci moderni alla lavorazione sartoriale e l’accostamento di denim e tessuti e ornamenti lussuosi entrano nella conversazione. Un’altra aggiunta moderna era l’allora rara possibilità di trasmettere in streaming e in tempo reale la collezione, donando un tocco di democraticità nell’esclusivo mondo dell’alta moda”.

Olivier Rousteing

PRIMAVERA 2019: L’EGITTO A PARIGI

“Sì, mi piace superare i limiti, pensare fuori dagli schemi e dire esattamente quello che provo a chiunque abbia voglia di ascoltare. Ma, allo stesso tempo, ho sempre pensato che sia importante padroneggiare le regole prima di cercare di piegarle o spezzarle.

Per questa collezione, il mio team ed io ci siamo concentrati sul motivo per cui Parigi, ultima tappa del circuito della Fashion Week, rimanga così diversa dalle altre. Non sono né lo stile né la musica né le celebrità delle sfilate a rendere la moda parigina così incredibilmente stimolante. A distinguerci è il nostro incomparabile patrimonio storico nel campo della moda e i suoi elevati standard sartoriali con decorazioni e silhouette intricate e scolpite. Ovviamente, questi ingredienti unici sono fondamentali per l’identità della nostra Maison, e con ogni collezione facciamo capire quali vette possa raggiungere la combinazione di savoir-faire e atelier parigini.

E sono esattamente questa padronanza e queste tradizioni che ci aprono a un’incredibile libertà di destrutturare, di mischiare le carte in tavola e di cambiare le regole. Sempre continuando a rispettare gli standard, le tecniche e le capacità che questa Maison da tempo riesce a padroneggiare, per la Primavera 2019 io e il mio team abbiamo giocato con le linee e la sartoria, creando nuove silhouette e nuovi stili che riflettano il modo in cui la mia generazione desidera vestirsi oggi.

Nel rendere omaggio alle origini uniche della moda Parigina, abbiamo anche tratto ispirazione dalle origini della Parigi moderna, vale a dire della civiltà moderna stessa. Questa collezione riflette in tanti riferimenti all’Egitto tutta la mia fascinazione per gli impressionanti obelischi, piramidi e colonne che risalgono alla campagna napoleonica e che adornano i luoghi leggendari di questa città. La sensazione del papiro e del lino antico hanno trovato un richiamo nei nostri capi in denim e in tweed, mentre le stampe e i trattamenti giocavano con i look peculiari dei gessi invecchiati e dei netti geroglifici. E, proprio come I. M. Pei, abbiamo fatto appello a materiali moderni, incluso vetro e metallo, per dare un tocco nuovo alla notevole geometria egiziana”.

Olivier Rousteing

BALMAIN PODCAST
BALMAIN PODCAST
BALMAIN PODCAST
BALMAIN PODCAST
BALMAIN PODCAST
BALMAIN PODCAST
BALMAIN PODCAST
BALMAIN PODCAST
BALMAIN PODCAST
BALMAIN PODCAST
BALMAIN PODCAST
BALMAIN PODCAST
BALMAIN PODCAST
BALMAIN PODCAST
BALMAIN PODCAST
BALMAIN PODCAST
BALMAIN PODCAST
BALMAIN PODCAST
BALMAIN PODCAST
BALMAIN PODCAST
BALMAIN PODCAST
BALMAIN PODCAST
BALMAIN PODCAST
BALMAIN PODCAST
BALMAIN PODCAST
BALMAIN PODCAST
BALMAIN PODCAST
BALMAIN PODCAST
BALMAIN PODCAST
BALMAIN PODCAST
BALMAIN PODCAST
BALMAIN PODCAST
BALMAIN PODCAST
BALMAIN PODCAST
BALMAIN PODCAST
BALMAIN PODCAST
BALMAIN PODCAST
BALMAIN PODCAST
BALMAIN PODCAST
BALMAIN PODCAST
BALMAIN PODCAST
BALMAIN PODCAST
BALMAIN PODCAST
BALMAIN PODCAST
BALMAIN PODCAST
BALMAIN PODCAST
BALMAIN PODCAST
BALMAIN PODCAST

1 / 19

AUTUNNO 2020: DECIFRARE I CODICI

“Da bambino né sous x (letteralmente nato sotto x, designazione francese per i bambini i cui genitori rimangono ignoti), sono cresciuto ossessionato dalle questioni riguardanti la storia familiare, l’origine etnica, l’appartenenza e l’integrazione. E questo non mi ha aiutato ad avere un’infanzia serena. Sono cresciuto a Bordeaux, probabilmente la città più borghese di Francia, e ho imparato da piccolo che alcune classi, alcuni club e alcune clique escludevano le persone come me. Passavo ore ed ore a tramare un piano per scavalcare i muri, aprire le porte ed essere accettato.
È inevitabile che il tempo e l’impegno speso nella mia recente ricerca di risposte (raccontato nel documentario Wonder Boy) hanno influenzato i miei design. La sfilata Balmain dell’Autunno 2020 ne è un esempio lampante. 

Molti dei codici di un mondo che era un tempo oltre la mia portata sono diventate parti integranti di questa collezione, inclusi i classici stili equestri, i motivi arlecchino e quelli dei foulard di seta. Tanto gli accostamenti di colori (cognac e blu scuro a profusione) quanto i nobili tessuti (seta e cashmere) sono associati a un mondo sublime, fatto di ricche casate, privilegi e benessere.
Paradossalmente, però, questa collezione prende tutti questi simboli dell’esclusione dell’alta società e li reinterpreta per spostare il focus su un mondo più ampio e non più esclusivo, un mondo di porte e menti aperte. Io e il mio team abbiamo sovvertito quelli che un tempo erano i codici restrittivi delle generazioni precedenti, stravolgendoli e modernizzandoli, per offrire creazioni fresche ed estremamente contemporanee, proponendo una gamma di design aperti a tutti e che riflettono i valori inclusivi della Maison Balmain di oggi, nonché la meravigliosa eterogeneità di una Francia davvero moderna.
Chi ha visto Wonder Boy sa già quello che ho appreso sulle mie origini. E ora che so di essere metà etiope, metà somalo e 100% francese, mi rendo conto che la ricerca di risposte sul mio passato mi ha permesso di comprendere quanto sia felice di vivere nel presente, in una Parigi fatta di nuove opportunità, meno confini e maggiore inclusione. Oggi, le mie sfilate hanno celebrato tutto questo, alimentando le nostre speranze per un mondo più aperto e in costante miglioramento."

PRIMAVERA 2021: LE JARDIN DES PLANTES

“Prepararsi a una sfilata non è mai stata una cosa facile. E, come potete immaginare, il 2020 ha aggiunto non poche preoccupazioni, tra restrizioni e regole, che non hanno alleggerito il compito! Quindi, per affrontare al meglio questa impresa, abbiamo cercato di assicurarci di avere sempre ben chiari i nostri obiettivi. Fin dal principio, quando insieme al mio team abbiamo discusso della sfilata della Primavera 2021 in innumerevoli videoconferenze nelle lunghe settimane di lockdown, abbiamo continuato a concentrarci su due verità essenziali:
1: crediamo che la moda sia vissuta al meglio dal vivo;
2: sappiamo che un’esperienza condivisa è fondamentale per la nostra fashion community.
Ovviamente, le nuove realtà della pandemia e le tante restrizioni sanitarie hanno reso molto difficile rispettare tali principi, ma, in francese e in inglese, abbiamo condiviso questa frase arcinota: la nécessité est la mère de l’invention (la necessità è la madre dell’invenzione), e la nostra pianificazione della sfilata ha contribuito a dimostrare che dei proverbi ormai abusati come questo possono in realtà dimostrarsi decisamente veri.
Abbiamo pensato alla sfilata serale come una presentazione speciale in più parti, concentrandoci su tre temi essenziali per questa Maison: patrimonio storico, comunità e ottimismo”.

Olivier Rousteing

PATRIMONIO STORICO

Di solito, lo stilista esce in passerella per il saluto di commiato al pubblico soltanto alla fine della sfilata. Invece, per questo défilé, la presentazione è iniziata proprio con Olivier Rousteing seduto su una sedia nel bel mezzo dell’ampio palco. Intorno a lui, hanno iniziato a sfilare disinvolte Amalia, Axelle, Barbara, Charlotte, Sonia e Violeta, sei modelle che gli esperti di moda parigina ricorderanno bene per il loro glorioso passato. Ciascuna indossava una reinterpretazione moderna di un pezzo d’archivio, coperto di un’interpretazione grafica del motivo Labyrinth della Maison reintrodotto di recente. Rousteing ha lavorato a braccetto con il grande storico della moda Olivier Saillard per ricreare l’atmosfera unica delle sfilate da salotto di haute couture che si svolgevano durante i primi anni di attività di Pierre Balmain. Rousteing e Saillard hanno optato per questa atmosfera nostalgica, a cui hanno abbinato citazioni audio di Pierre Balmain registrate in inglese e francese per sottolineare uno dei temi centrali della serata: il patrimonio storico.

BALMAIN PODCAST
BALMAIN PODCAST
BALMAIN PODCAST
BALMAIN PODCAST
BALMAIN PODCAST
BALMAIN PODCAST
BALMAIN PODCAST
BALMAIN PODCAST
BALMAIN PODCAST
BALMAIN PODCAST
BALMAIN PODCAST
BALMAIN PODCAST
BALMAIN PODCAST
BALMAIN PODCAST
BALMAIN PODCAST

1 / 6

COMUNITÀ

“Abbiamo tutti imparato molto su di noi negli ultimi anni. La distanza forzata ci ha insegnato quanto dipendiamo gli uni dagli altri. E, in particolare, il mondo della moda ha ri-appreso che il design funziona al meglio quando si intrattiene un dialogo costante, quando si scambiano idee e quando si condividono esperienze. E per riuscirci durante il COVID abbiamo dovuto trovare modalità nuove. Ovviamente eravamo tristi che non fossero qui con noi a Parigi tanti dei nostri amici, partner e colleghi durante la presentazione della collezione. Quindi, come abbiamo fatto spesso durante il lockdown, ci siamo affidati alla tecnologia per fare il massimo possibile. Il nostro partner LG ci ha fornito una dozzina di enormi schermi che occupavano le prime tre file del pubblico della sfilata. Grazie a questo contributo, siamo riusciti a trasportare alla Fashion Week di Parigi le persone che non potevano essere con noi (almeno per una sfilata!)”.

Olivier Rousteing 

LA COLLEZIONE

“Proprio come la sfilata stessa, molti dei design della serata riflettevano molto chiaramente una realtà nuova. Dopo aver passato tanti mesi a lavorare da casa, seduti al tavolo della cucina tra una conference call e l’altra, non sembrava per niente bizzarro vedere una silhouette composta da una giacca sartoriale DB abbinata a dei pantaloncini da ciclista, no? Inoltre, l’abbondanza dei capi in maglieria della nostra collezione offre una moltitudine di look comodissimi per il giorno. Ma, più di ogni altra cosa, questa collezione era inconfondibilmente Balmain, con design che diventano in un attimo dei look da sera. La sapiente arte sartoriale dei nostri atelier si notava subito, con forti spalle a pagoda, giacche lunghe e pantaloni lunghi dal taglio slanciato e svasato. Questi capi hanno un’anima intergenerazionale e interculturale, con un mix di silhouette decise da uomo e da donna, tonalità fluo accese e denim arricchito da trattamenti unici, che fanno pensare agli anni ’70 di Saint-Germain-des-Prés e agli anni ’90 di Brooklyn. 

 

 

BALMAIN PODCAST
BALMAIN PODCAST
BALMAIN PODCAST
BALMAIN PODCAST
BALMAIN PODCAST
BALMAIN PODCAST
BALMAIN PODCAST
BALMAIN PODCAST
BALMAIN PODCAST
BALMAIN PODCAST
BALMAIN PODCAST
BALMAIN PODCAST
BALMAIN PODCAST
BALMAIN PODCAST
BALMAIN PODCAST
BALMAIN PODCAST
BALMAIN PODCAST
BALMAIN PODCAST
BALMAIN PODCAST
BALMAIN PODCAST
BALMAIN PODCAST
BALMAIN PODCAST
BALMAIN PODCAST
BALMAIN PODCAST
BALMAIN PODCAST
BALMAIN PODCAST
BALMAIN PODCAST
BALMAIN PODCAST
BALMAIN PODCAST
BALMAIN PODCAST
BALMAIN PODCAST
BALMAIN PODCAST
BALMAIN PODCAST
BALMAIN PODCAST
BALMAIN PODCAST
BALMAIN PODCAST
BALMAIN PODCAST
BALMAIN PODCAST
BALMAIN PODCAST

 

Sono rimasto in ammirazione dell’incredibile lavoro dei nostri artigiani, che hanno ricamato quasi due milioni di sfavillanti cristalli Swarovski (molti dei quali riutilizzati) negli stupendi e brillanti decori che quella sera hanno illuminato la passerella. In particolare, molte delle diverse interpretazioni del motivo Labyrinth della Maison si sono affidate ai cristalli, scelta coerente con una sfilata che vuole dare spazio al patrimonio storico della Maison, visto che sia io sia il mio team conoscevamo bene il sapiente uso di Pierre Balmain dei cristalli Swarovski per alcune delle sue creazioni più notevoli”.

Olivier Rousteing

OTTIMISMO

“Il nostro messaggio finale per la serata è una fiducia cieca nell’arrivo di giorni migliori. In questa Maison, come ripeto spesso, l’ottimismo e l’audacia sono iscritti nel DNA. Non dimentichiamo mai che, 75 anni fa, Pierre Balmain era consapevole della sfida coraggiosa che stava intraprendendo: dopo anni di guerra, occupazione e sofferenza, era pronto a impostare e fondare la sua Maison durante tempi instabili punteggiati da scarsità di materiale, frequenti interruzioni della corrente elettrica e molte preoccupazioni, nel periodo subito successivo alla liberazione di Francia. Era giovane, audace e convinto che un futuro migliore lo stava aspettando. E la sua energia, la sua audacia e il suo ottimismo contribuirono a rendere la Maison una delle forze che aiutò a far tornare Parigi capitale mondiale della moda.
Forse il mio stesso ottimismo potrebbe essere visto come il riflesso della mia storia personale: dopotutto, non molto tempo fa una persona come me non sarebbe mai potuta finire a occupare la posizione che occupo io oggi. Il cambiamento è possibile. I miglioramenti richiedono magari una certa determinazione e un certo impegno, ma il progresso è sempre possibile”.

Olivier Rousteing

AUTUNNO 2021: AIR BALMAIN

“Settantacinque anni fa, dopo l’incredibile trionfo della prima presentazione sartoriale della Maison... che cosa fece Pierre Balmain?
Fece le valigie e iniziò a viaggiare.
Volo in America, non per parlare delle collezioni, ma piuttosto, seguendo le istruzioni dell’amica Gertrude Stein, per agire in qualità di ambasciatore errante, zigzagando su tutta la superficie degli Stati Uniti per impartire lezioni sulla cultura e il savoir-faire francese. Fece anche un salto oltremanica, trasportando il suo nuovo approccio femminile nella moda di Londra, sei anni dopo che la guerra aveva bruscamente interrotto tutte le importazioni di capi di moda parigini. E, dopo otto giorni di voli aerei in cui fece tappa un po’ in tutto il mondo, atterrò in Australia, portando la novella del New French Style della Maison letteralmente dall’altra parte del mondo (e, ovviamente assicurandosi di includere una visita al quartiere di Sydney chiamato proprio Balmain).
Ora, nel post 2020, è drasticamente più facile apprezzare il senso di eccitazione che Pierre Balmain deve aver provato con tutti quei viaggi. Dopo gli anni ansiogeni di guerra e occupazione, gli venne offerta di punto in bianco una possibilità a lungo negata: viaggiare verso destinazioni che aveva sognato per anni. Deve essere stata davvero una sensazione incredibile.
Nel marzo 2021, la nostra video sfilata puntava a trasmettere quella stessa sensazione di libertà. Abbiamo messo in valore il grande potere dei viaggi di aprire le menti, sollevare i cuori e riunire le persone lontane, ma anche guardare in avanti, verso giorni migliori”.

Olivier Rousteing

BALMAIN PODCAST
BALMAIN PODCAST
BALMAIN PODCAST
BALMAIN PODCAST
BALMAIN PODCAST
BALMAIN PODCAST
BALMAIN PODCAST
BALMAIN PODCAST
BALMAIN PODCAST
BALMAIN PODCAST
BALMAIN PODCAST
BALMAIN PODCAST
BALMAIN PODCAST
BALMAIN PODCAST
BALMAIN PODCAST
BALMAIN PODCAST
BALMAIN PODCAST
BALMAIN PODCAST
BALMAIN PODCAST
BALMAIN PODCAST
BALMAIN PODCAST
BALMAIN PODCAST
BALMAIN PODCAST
BALMAIN PODCAST
BALMAIN PODCAST
BALMAIN PODCAST
BALMAIN PODCAST
BALMAIN PODCAST
BALMAIN PODCAST

LA COLLEZIONE AUTUNNO 2021

Molti dei nostri design si ispiravano alla peculiare bellezza che si ritrova nelle uniformi dei primi piloti e degli astronauti, con accenni agli abiti a paracadute, agli stivali da pilota con lacci, ai bomber e a luccicanti tute anti-G. Un design particolarmente notevole si affidava a quasi settantamila cristalli Swarovski riutilizzati, esibendo il successo del nostro atelier nel mischiare decorazioni di lusso e ispirazioni al mondo dell’aviazione.

Come ci si potrebbe aspettare, gli accessori erano una parte fondamentale di questa collezione, esattamente come nei viaggi, con un’ampia gamma di nuovi prodotti della Maison. I numerosi bagagli a mano, morbidi e strutturati, erano ricoperti di una strabiliante gamma di colori e tessuti creati reinterpretando il recente rilancio di Balmain della stampa Labyrinth, con tante ingegnose rivisitazioni delle borse che si ispiravano a bussole, aeroplanini di carta e persino cuscini per il collo da viaggio.

E certamente l’attitude… Balmain è parigino, quindi non può mancare un tocco della caratteristica insouciance della città in ciascuno dei design. Ma i richiami dell’Autunno 2021 alle audaci prodezze dei pionieri dei cieli ha come amplificato questo spirito familiare.

Olivier Rousteing

 

 

    • Photo Credits:

      Getty Images
    • BFA
    • Credits :

      Balmain Creative Director: Olivier Rousteing
    • Episode Direction and Production: Seb Lascoux
    • Balmain Historian: Julia Guillon
    • Episode Coordination: Jeremy Mace
    • Webpage Layout and Coordination: Léa Bouyssou
    • Episode researched, written and presented by John Gilligan
    • See acast.com/privacy for privacy and opt-out information.